mercoledì 4 gennaio 2012

Come un risveglio da una onirica sensazione mista tra il sogno ad occhi aperti, il dejà vu e un flashback che solo il protagonista di un filmaccio di terza serie potrebbe vivere mi ritrovo in un inverno trentino. A casa mia. Con un futuro prossimo certo quanto il passato.
Complice la mia inettitudine che fa a gara con il più squallido edonismo che si possa trovare.
Ebbene sì, sono nel bel mezzo di uno di quei periodi che sono solito chiamare "buche di inesistenza". Dove il fondo è presieduto da un denso etere di dolce, eterno, assopito far nulla. Impegni? Svaniti dietro una dolce nebbiolina di menefreghismo! Progetti? Beh, da questo bel fondo sembrano proprio lontani e felicemente irraggiungibili.
Insomma, sono in un periodo spazio temporale di dolce menefreghismo e far nulla.
La vera vita che ancora non vedo chiara in me ma che sento flebilmente pulsare è lì che mi aspetta. Mi dice di risalire da questo cazzuto cratere-buco esistenziale. La vedo sul bordo, irata e prossima a scendere per darmi due sberle.
Bel lavoraccio risalire. E neanche un bel moschettone, una bella cordicella ad aiutarmi! Almeno sopra so, o spero quasi con religiosa certezza,  che mi aspetterà un'enorme, sconfinata, pianura di opportunità.
Ecco perché inizio la mia risalita al principio del 2012. Si ricomincia in cucina, con la stufa bella accesa, libri di probabilità aperti, alle 2.41 di notte. Una piccola pazzia che mi sembra un auto omaggio dovuto a un personaggio aleatorio come me.

mercoledì 6 luglio 2011

partenza

Una serata con un amico che pensavi di aver perduto. La brezza fresca, quasi fredda, dell'oceano atlantico, il ponte discretamente segna la sua presenza accendendo e spegnendo con la flemma degna di un signor portoghese una luce rossa intermittente. Due caipirinhe, anzi una e mezza considerando che l'ultima l'ho condivisa, e sono sul mio balcone a sentire tutto ciò inebriato da una imminente partenza, dall'alcool e dal fatto che fra meno di 10 ore ho un aereo da prendere e devo ancora fare una valigia.
Scusate, oggi non posso dirvi di più, domani probabilmente nemmeno. Madrid, la città che ho scelto per scappare temporaneamente dalla melanconica Lisboa, mi attende. Ne ho bisogno ma ho il rimorso dell'ultimo minuto. Ma per una volta vado fino in fondo.
Eccomi, spagna. A fra un mese, mia melanconica Lisbona.

martedì 5 luglio 2011

Eccomi finalmente!

Beh, come iniziare se non salutandoti?
Ciao, dunque! Ti avverto subito, ho aperto questo blog senza l'intenzione di aprirlo al mondo intero. O forse intimamente lo voglio, ma ancora dico a me stesso che è uno spazio mio. Finalmente un piccolo posto segreto (ma non troppo) dove leggermi e ritrovarmi.
Già, lo scopo di questo blog è proprio il ritrovarsi! In che senso? Beh, lasciamici arrivare. Non essere impaziente.
Qui il post diretto e con soddisfazione ad effetto immediato non avrà posto. Voglio deliziarti e deliziarmi giorno per giorno, assuefarmi e assuefarti alle mie avventure. Come quei buoni romanzi dove l'affezione ad un personaggio non ti permette di vedere la pagina finale, sebbene tu scorra sempre più velocemente i capitoli perché lo senti sempre più tuo. Quei personaggi che grazie alla loro genuinità vorresti sempre sapere che fine abbiano fatto dopo che li avete lasciati a fare la loro vita in quel vicolo cieco dal nome Fine.
Qui però voglio raccontarvi la vita di me. Dove la fine non esiste di per sé. Dove il personaggio c'è, esiste, eccomi qui.
Megalomania? Egocentrismo? Macché, di che blaterate! Ho bisogno di romanzarmi, ho bisogno di ritrovare me stesso e di vedermi spoglio da tutte le scuse che potrei inventarmi. Voglio essere una Lilli Gruber allo specchio senza botox. Non so se mi spiego. Voglio contarmi le rughe degli sbagli, voglio leggere lo sguardo attonito e preoccupato di chi un po' si è perso e ancora non sabene come e cosa farà. O peggio ancora perché lo farà. E voglio anche vedere quegli occhi vivaci degni di un ruggente ventenne acerbo che vede davanti a se opportunità fantastiche e smania per acchiapparne il più possibile, il prima possibile.
E poi voglio anche fuggire un po' da facebook. Non so perché ma sono in un periodo di sciattezza sproloquiante. Immaginate i miei amici se scrivessi le demenziali vicissitudini di me sotto forma di un anonimo scrittore che aveva a malapena la sufficienza alle superiori? No, preferisco intontirli con pillole e gocce di link semi idioti o di pomate al 4% di superficialata. A voi la creme de la creme del mio vero me. Non io, me.
Quindi, ancora un benvenuto carissimo lettore! Sei il più che benvenuto. Fatti abbracciare dalla mia sbandata vita degli ultimi tempi, influenzami con i tuoi commenti. E ora fammi andare a dormire, sempre che ci riesca.
A domani.
Me.